mercoledì 10 dicembre 2008

Sono tornata + Buon Natale!

Che lunga assenza no? L' università è un mondo dove non ci sono uscite. Vorrei che voi mi scusate, tante cose hanno succeso che preferiscono non dire, sono troppi personali; anche perché l' università non è possibile avere tempo per fare mie cose.

Natale è arrivato, con tutto il mio cuore a voi vi dico: Buon Natale! Spero che anche questo nuovo anno sia pieno di pace, di prosperità, salute ed amore.

Abbracci!
Amelia

giovedì 31 luglio 2008

Sonetto XX


(Per Pablo Neruda)


Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scivere, per esempio: "La notte è stellata,

e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza".
Il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.

In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.

Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.

Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.

Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, gia' non siamo gli stessi.

Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.

D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.

Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.

E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.

Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

mercoledì 30 luglio 2008


L' imbarcata per Antonio Rachesi
Collina e la luna per Antonio Rachesi


Immagine per Antonio Rachesi

Puoi...?

Se chiedo alle stelle amore...
Puoi tu essere quel che amerò?
Se c’è una opportunità di vivere altra volta...
Puoi tu restare con me fino alla morte?
Se io condivido il mio cuore...
Puoi tu curarlo promettendo che non ciò spezzerai?
Se io domando...
Puoi tu darmi la risposta?
Puoi...
Puoi...
Puoi... amarmi anche tu?

venerdì 4 luglio 2008

L' usignolo e la rosa

(di Oscar Wilde)

- Ha detto che ballerà con me se le porterò delle rose rosse – si lamentava il giovane Studente – ma in tutto il mio giardino non c’è una sola rosa rossa.
Dal suo nido nella quercia lo ascoltò l’Usignolo, e guardò attraverso le foglie, e si meravigliò:
- Non ho una rosa rossa in tutto il mio giardino! – si lamentava lo Studente, e i suoi begli occhi erano pieni di lacrime.
- Ah, da qual sciocchezze dipende la felicità! Ho letto gli scritti di tutti i sapienti, conosco tutti i segreti della filosofia, ciononostante la mancanza di una rosa rossa sconvolge la mia vita!
- Ecco finalmente un vero innamorato – disse l’Usignolo. – Notte dopo notte ho cantato di lui, nonostante non lo conoscessi: notte dopo notte ho favoleggiato la sua storia alle stelle, e ora lo vedo. I suoi capelli sono scuri come i boccoli del giacinto, e le sue labbra sono rosse come la rosa del suo desiderio; la sofferenza ha reso il suo volto simile a pallido avorio e il dolore gli ha impresso il suo sigillo sulla fronte.
- Il Principe da un ballo domani sera – sibilava il giovane Studente – e la mia amata vi andrà. Se le porterò una rosa rossa ballerà con me fino all’alba. Se le porterò una rosa rossa la terrò fra le mie braccia ed ella piegherà il capo sulla mia spalla, e la mia mano stringerà la sua. Ma non c’è una rosa rossa in tutto il mio giardino, e così io siederò solo, ed ella passerà dinnanzi a me senza fermarsi. Non avrà nessuna cura di me. E il mio cuore si farà a pezzi.
- Ecco certamente un vero innamorato – disse l‘Usignolo. – Ciò che io canto, egli lo patisce, ciò che per me è gioia, per lui è pena. Davvero l’Amore è una cosa straordinaria. È più prezioso degli smeraldi e degli splendidi opali. Perle e granati non possono comperarlo, e non è in vendita sulla piazza del mercato. Non possono comprarlo i mercanti, né pesarlo le bilance dell’oro.
- I musicanti siederanno nella galleria – proferiva il giovane Studente – e suoneranno i loro strumenti, e la mia amata ballerà al suono dell’arpa e del violino. Ballerà così leggera che i suoi piedi non toccheranno intorno. Ma con me non danzerà, perché io non ho una rosa rossa da offrirle e si gettò sull’erba, si chiuse il volto tra le mani, e versò lacrime.
- Perché piange? – chiese la Farfalla, che piroettava qua e là inseguendo un raggio di sole.
- Già, perché? – sussurrò una Pratolina al suo vicino, con voce sommessa e tenera.
- Piange per una rosa rossa – disse l’Usignolo.
- Per una rosa rossa! – esclamarono quelli. – Che ridicolaggine! – e il Ramarro, che era un po’ sprezzante, rise di gusto.
Ma l’Usignolo comprendeva il segreto dolore dello Studente, e restava taciturno sulla quercia, a pensare sul mistero dell’Amore. D’improvviso distese le sue brune ali e volò, si librò nell’aria. Passò attraverso il boschetto come un’ombra, e come un’ombra svolazzò sul giardino. Al centro dell’aiuola erbosa s’ergeva un bellissimo Rosaio, e non appena l’Usignolo lo vide volò sopra di lui e si posò su un ramo.
- Dammi una rosa rossa – supplicò – e ti canterò la mia canzone più dolce.
Ma il Rosaio scosse il capo.
- Le mie rose sono bianche – ribatté – bianche come vuole la schiuma del mare, e più bianche della neve sulla montagna. Ma va da mio fratello che cresce accanto all’antica meridiana, e forse ti darà quel che desideri.
Allora l’Usignolo volò sul Rosario che germogliava accanto all’antica meridiana.
- Dammi una rosa rossa – supplicò – e ti canterò la mia canzone più dolce.
Ma il Rosario scosse il capo.
- Le mie rose sono gialle – affermò - gialle come i capelli della sirena che siede sopra un trono d’ambra, e più gialle del narciso che sboccia nel prato prima che il mietitore giunga con la sua falce. Ma va da mio fratello che germoglia sotto la finestra delle Studente, e forse ti darà quel che desideri.
Allora l’Usignolo volò sul Rosaio che cresceva sotto la finestra dello Studente.
- Dammi una rosa rossa – supplicò – e ti canterò la mia canzone più dolce.
Ma il Rosario scosse il capo.
- Le mie rose sono rosse – rispose – rosse come i piedi della colomba, e più rosse dei grandi ventagli di corallo che oscillano nelle grotte degli oceani. Ma l’inverno ha ghiacciato le mie vene e il gelo ha dilaniato i miei boccioli, e l’uragano ha spezzato i miei rami, e non avrò più rose quest’anno.
- Una sola rosa rossa è tutto ciò che ti chiedo! – urlò l’Usignolo. – Non c’è proprio nessun sistema per averla?
- Un modo c’è – rispose il Rosario – ma è terribile che non ho il coraggio dirtelo.
- Dimmelo – implorò l’Usignolo – io non ho paura.
- Se vuoi una rosa rossa – disse il Rosaio – sei costretto formarla con la musica al lume della luna, e colorarla col sangue del tuo cuore. Devi cantare per me col petto contro una spina. Tutta la notte devi cantare per me, e la spina deve trafiggere il tuo cuore, e il tuo sangue vivo deve scendere nelle mie vene e diventare mio.
- La morte è un prezzo alto da pagare per una rosa rossa – si dolse l’Usignolo – e la vita è così cara a tutti. È dolce tardare nel bosco verde, e ammirare il Sole nel cocchio d’oro, e la luna nel suo cocchio d’argento. Dolce è il profumo della vitalba, e dolci le campanule azzurre che si celano nella valle, e l’erica che fiorisce sul colle. Ma l’Amore è più prezioso della Vita, e cos’è mai il cuore di un uccellino equiparato al cuore di un uomo?
Così piegò le ali brune nel volo, e si librò nell’aria. Passò attraverso il giardino come un’ombra, e come un’ombra volò sopra il boschetto. Lo Studente era ancora steso nell’erba, là dove lo aveva lasciato, e il pianto non s’era ancora rasciugato dai suoi occhi.
- Sii felice – gli urlò l’Usignolo. – Sii felice! Avrai la tua rosa rossa! Io la formerò con la musica al lume della luna, e la colorerò col sangue del mio cuore. Tutto ciò che ti chiedo in cambio è d’essere un vero innamorato, perché l’Amore è il più giudizioso della Filosofia, per quando saggia essa sia, e il più autorevole del Potere, per quando potente esso sia. Sono color di fiamma le sue ali, color di fiamma è il suo corpo. Le sue labbra sono dolci come il miele, e simile all’incenso è il suo alito.
Lo Studente alzò lo sguardo dall’erba e si pose ad ascoltare, ma non gli era possibile capire ciò che l’Usignolo gli diceva, dopo che capiva solo parole che sono scritte sui libri. Ma la quercia capi, e si addolorò, poiché voleva bene al piccolo Usignolo che si era costruito il nido fra i suoi rami.
- Cantami un’ultima canzone – gli bisbigliò. – Mi sentirò molto sola quando te ne sarai andata.
Così l’Usignolo cantò per la Quercia, e la voce era come l’acqua che si sparge gorgogliante da un’anfora d’argento. Finita che fu la canzone, lo Studente s’alzò, e trasse di tasca un taccuino e una matita.
- Questa creatura ha stile. Disse a se stesso – è un fatto che non si può contestare, ma avrà inoltre sentimenti? Ho timore di no. In verità, è come la maggior parte degli artisti, tutta forma, nessuna lealtà. Non si offrirebbe in sacrificio per gli altri. Pensa solamente alla musica, e tutti sanno che l’arte è egoista. Bisogna in ogni modo ammettere che ha note incantevoli nella sua voce. Peccato che non significano nulla, e non abbiamo alcun’utilità pratica. E andò in camera, e si stese sul suo piccolo letto, e cominciò nuovamente a pensare alla sua amata, e dopo un po’ di tempo, s’addormentò. E quando la Luna spiccò nei cieli l’Usignolo volò dal Rosaio, e pose il suo petto contro la spina. Tutta la notte cantò col petto contro la spina, e la fredda Luna di cristallo si chinò ad udirlo. Tutta la notte cantò, e la spina si spingeva sempre più profonda nel suo petto, e il suo sangue vitale fluiva da lui. Prima cantò dell’amore che germoglia nel cuore di un fanciullo e di una fanciulla. E sul ramo più alto del Rosaio fiorì una rosa magnifica, petalo dopo petalo come nota dopo nota. Pallida era in un primo momento, come la nebbia sospesa sul fiume, pallida come le orme del mattino, e argentea come le ali dell’alba. Come l’ombra di una rosa in uno specchio rosa che fioriva sul ramo più alto del Rosaio. Ma il Rosaio urlava all’Usignolo di premere più forte sulla spina.
- Premi più forte, piccolo Usignolo – urlava il Rosario – o il Giorno spunterà prima che la rosa sia completata.
Così l’Usignolo premette più forte sulla spina, e più forte si fece il suo canto, esseri che cantava il venire al mondo della passione nell’anima di un uomo e di una donna. Una tenue striatura rosea si sparse nei petali del fiore, simile al rossore che si spande sul volto dello sposo quando bacia le labbra della sposa. Ma la spina non era giunta al cuore dell’uccellino, e il cuore della rosa restava bianco, perché solo il sangue del cuore di un Usignolo può invermigliare il cuore di una rosa. E il Rosario urlava all’Usignolo di premere più forte sulla spina.
- Premi più forte, piccolo Usignolo, o il giorno spunterà prima che la rosa sia completata.
Così l’Usignolo premette più forte sulla spina, e la spina gli toccò il cuore, e un violento spasimo di dolore lo trafisse. Più e più penoso era il dolore, e più e più selvaggio si faceva il canto, poiché ora cantava dell’Amore che è reso perfetto dalla Morte, e dell’Amore che non muore nella tomba. E la stupenda rosa diventò vermiglia, come la rosa del cielo d’Oriente. Vermiglia la fascia dei petali intorno alla corolla, e vermiglio come il rubino era il suo cuore. Ma la voce dell’Usignolo si fece più debole, e le sue piccole ali iniziarono a sbattere, e un velo discese suoi occhi. Più e più debole si fece il suo canto, e qualche cosa lo soffocava in gola come un pianto convulso. Allora proruppe in un ultimo slancio di musica. La bianca Luna lo ascoltò, e dimenticò l’alba, ed esitò nel cielo. La rosa rossa lo udì, e fremé tutta d’estasi, e aprì i suoi petali alla fredda aria del mattino. L’eco e il ripetè nel suo antro color porpora sui colli, e risvegliò dai loro sogni i pastori dormienti. Ondeggiò fra i giunchi del fiume, ed essi portarono il suo messaggio al mare.
- Guarda! Guarda! – gridò il Rosario – la rosa è perfetta, ora!
Ma l’Usignolo non rispose, perché stava steso morto nell’erba alta, con la spina nel cuore. A mezzogiorno lo Studente aprì la finestra e guardo fuori.
- Che sbalorditivo colpo di fortuna! – disse con enfasi. – Una rosa rossa! Non ho mai visto una rosa come questa in tutta la mia vita. È così bella che senza dubbio avrà un lungo nome latino – si sporse, e la colse.
Poi si mise il cappello, e corse a casa del Professore con la rosa in mano. La figlia del Professore sedeva in veranda, aggomitolando della seta azzurra su un arcolaio, e il suo cagnolino le stava disteso ai piedi.
- Avevate promesso di ballare con me se vi avessi portato una rosa rossa – urlò lo Studente – ecco la rosa più rossa di tutto il mondo. La porterete stasera sul cuore e mentre danzeremo insieme vi dichiarerà quando vi amo.
Ma la ragazza corrugò la fronte.
- Temo che non sia adattata al mio vestito – rispose – e poi, il nipote del Ciambellano mi ha mandato in dono dei gioielli veri, e tutti sanno che i gioielli valgono più dei fiori.
- In fede mia, siete davvero un’ingrata! – disse lo Studente in un impeto d’ira; e gettò la rosa giù nella strada, ed essa cadde in un rivoletto, e la ruota di un carro vi passò sopra.
- Ingrata io? – ripetè la ragazza. – Ebbene, voi sapete che cosa siete? Un grande screanzato, in fondo, né più né meno che un semplice Studente. E non credo neppure che abbiate delle fibbie d’argento sulle scarpe come il nipote del Ciambellano.
E s’alzò dalla sedia ed entrò in casa.
- Che balordaggine è l’Amore! – disse lo Studente andandosene. – Non è utile neppure la metà della Logica, perché non esprime nulla, promette sempre cose che non si concretizzano e fa credere in cose che non sono vere. In effetti, non è per niente pratico, e siccome nel tempo in cui viviamo la praticità è tutto, tornerò alla Filosofia e studierò la Metafisica.
Così si chiuse dentro nella sua stanza, prese lo dallo scaffale un vecchio libro polveroso, e si mise a leggere.





martedì 24 giugno 2008

La primavera per Antonio Rachesi

Il sentiero per Antonio Rachesi

Il ruscello in collina per Antonio Rachesi

venerdì 20 giugno 2008

Mi piaci quando taci


(Di Pablo Neruda)


Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.

Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.

Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.

Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.

Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

sabato 14 giugno 2008

Come se non ti ho amato mai


Tu... Il vento non ormai sentito
Tu... Il profumo senza odore
Tu... Il nome non ormai chiamato
Tu... L'inutile che chiedeva amore, invece di un centesimo.

Ieri sera sapevo che eri
Ho pianto per te tutti i giorni
Ti ho dato tutto, e tu lo hai dato ad altra
Lasciando il mio povero cuore un dolore senza cura.

Vedo nulla quando ti vedo
Se vedo qualcosa, lo ignoro poi
Se ricordo qualcosa, non ti lo dirò
Come se non ti ho amato mai.

lunedì 9 giugno 2008

Vaso con fiori per Antonio Rachesi
"Dove nascono fiori, anche le speranze" -Lady Bird Johnson

Cuore spezzato per Antonio Rachesi ed Amelia DeLuna
"È meglio essere amato e dopo lasciato invece di non perdere mai" -Samuel Butler


Cuore perduto per Antonio Rachesi ed Amelia DeLuna
"L' amore comincia con un sorriso, segue con un bacio e finisce con una lacrima" -Autore sconosciuto
Cesto di rose per Antonio Rachesi
"La rosa è una rosa è una rosa" - Gertrude Stein

venerdì 16 maggio 2008

Lamento di un' amante

Io posso vendere questo povero cuore
Già non porta un prezzo d’ amore
In cambio di una lacrima del sole
Un pago impossibile, ma non ho opzione.

Chi piange con me, piange di una malattia
Di una cura non c’è, neanche il dolore cambia
Vorrei dimenticare il giorno che ti dicevo ti amo
Dimenticare che il tuo nome ho chiamato.

Averti qui, già non voglio mai
Di te nulla, e tu lo sai
Ogni giorno penso in me
Invece di parlare di te.

Nascondo la tristezza e dolore in un due abissi
Vuotare la scatola piena di baci condivisi
Fingerò non averti amato mai
Ma il nostro ricordo ci seguirà,
Nessuno mi amerà come tu lo fai.
Sole rosso di Antonio Rachesi
"Il sole può illuminare gli occhi di un uomo, ma illumina gli occhi e il cuore di un bambino."- Ralph Waldo Emerson
Riflessi per Antonio Rachesi
"Guarda dentro di te... il segreto c' è in te."- Hui-neng


Amelia ed il mare di Antonio Rachesi
"Caro Antonio, ti ringrazio molto per la pittura."

venerdì 9 maggio 2008

Padre


Un uomo che ha un nome

Un uomo che è come nessun altro

Sensazionale umano che lui è

Di un nome che ho conosciuto come padre.


Da parte mia di averlo al mio fianco

Fino a quando Dio ha aperto la sua porta

Voluto stare con lui una volta più

Ma era notte ed era troppo tardi.


Lacrime di tristezza

Il mio corpo trema giù

Dicendo al mio povero cuore

È partito già.


Il mio primo anno senza lui

La mia prima volta con un cuore spezzato

La mia testa, con solo una foto

Un bel ricordo di lui.


Una luce nella finestra posso vedere

Il mio amato padre con ali

Mi dice con un sorriso indimenticabile

"Mi sento bene, sono libero"


Dalla mia infanzia fino ora

Conoscevo quel sensazionale uomo

La sua presenza non è più qui

Ma so che ci sarà sempre al mio lato.

mercoledì 30 aprile 2008

Assente


Lettere che nessuno mai ha letto
Dimenticando il passato di noi
Ricordo bene le tue parole come scorre il vento in me
Che nel silenzio tu veramente mi vuoi.

Sento nelle mie mani il battito del tuo cuore
Senza averti qui per toccarlo
Ascolto il nostro canto all' amore
Senza abbracciarti per ascoltarlo.

Questa volta sei andato via
Il tuo addio ha ucisso una parte di me
Una carezza apre una ferita
Amore, sei sparito, dimmi dove?

giovedì 24 aprile 2008

Le fiori di Antonio Rachesi
"I profumi sono i sentieri delle fiori"-Heinrich Heine

La solitudine di Antonio Rachesi
"Nella solitudine dove almeno siamo soli"-Lord Byron

mercoledì 16 aprile 2008

venerdì 11 aprile 2008

Benedetto amore


Due amanti destinati siamo noi
Dio è testimone, ci hanno unito le stelle
Guardavamo la luna insieme
Promettendo eterna devozione per sempre.

Un grido di aiuto da noi a Dio
Siamo entrambi invitati a essere amato
L'opportunità di vivere
Scambiare il nostro cuore ha fatto.

Delicato e scuro soffre il mio amato
Un cuore spezzato per me amorevolmente cucire
Liquidati cuore nuovo, una nuova vita
Accetto di essere sua moglie.

Il mio cuore, piccolo e dolce
Lui vede incredibilmente
Tale purezza e innocenza
Lei è tutto per me, lui dice.

Ora il giorno sta arrivando
Oggi, o in giugno
Un segno da lui: una colomba
Eternamente grata, Dio per questo benedetto amore.

mercoledì 9 aprile 2008

Canto della tristezza


(Di Pablo Neruda)




Non resta che invocare il tuo nome, creatore della vita:
soffro, ma tu soltanto sei nostro amico!
Parliamo solo il tuo incantevole linguaggio,
diciamo il perché della mia tristezza:
Cerco la grazia dei tuoi fiori,
l’allegria dei tuoi canti, i tuoi tesori.
Dicono che in cielo vi sia gioia,
vita e letizia: lì risuona il tamburo,
il canto è incessante e con esso si dissolvono
il nostro pianto e la tristezza,
nella sua casa dimora la vita… questo sanno i vostri cuori,
oh principi!
Perché tu mi oda
le mie parole
a volte si assottigliano
come le orme dei gabbiani sulle spiagge.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo lontane le mie parole.
Più che mie esse son tue.
Si arrampicano sul mio vecchio dolore come l'edera.
Si arrampicano così sulle pareti umide.
Sei tu la colpevole di questo gioco sanguinoso.
Esse fuggono dal mio rifugio oscuro.
Tu riempi tutto, tutto.
Prima di te popolarono la solitudine che occupi,
e sono abituate più di te alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che voglio dirti.
Perché tu oda come voglio che m'oda.
Il vento dell'angoscia ancora le trascina.
Uragani di sogni a volte ancora le abbattono.
Senti altre voci nella mia voce addolorata.
Pianto di vecchie bocche, sangue di vecchie suppliche.
Amami, compagna. Non abbandonare. Seguimi.
Seguimi, compagna, in quest'onda di angoscia.
Ma vanno tingendosi del tuo amore le mie parole.
Tu occupi tutto, tutto.
Ne farò di tutte una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

martedì 1 aprile 2008

Nuda di sonno per Antonio Rachesi
"La sensazione del tuffo, nudo, che sempre un corpo femminile suscita in noi del bello."
Antonio Rachesi

lunedì 31 marzo 2008


Nuda per Antonio Rachesi
"Nessun arte essiste senza il bello nudo avanti dei nostri occhi"
William Blake

venerdì 21 marzo 2008

Gli alberi per Antonio Rachesi
"Se un albero muore, pianti un altro nel relativo posto."
Linnaeus

giovedì 20 marzo 2008

Il mare per Antonio Rachesi.
“Un libro dovrebbe servire come ascia per il mare gelato in noi.”
Franz Kafka

mercoledì 12 marzo 2008

Due amanti, una vita

Condividere...
Nei tuoi occhi perdere...
Per fare l' amore nelle nuvole
Ascoltare la tua voce...il suono pi`u dolce.

Amore nei nostri cuori
Creare qui nuovi fiori
Scrivere la canzone pi`u preziosa
La posia ci da forza.

Uniamo la luna col sole
Le stelle si nascondono nelle nuvole
Creare un cielo blu
Far`o tutto se ci sei tu.

Due mani stretti
Ci amiamo con affetti
Ti dico "sei mio" tu dici "sei mia"
Due amanti, una vita.

lunedì 10 marzo 2008

venerdì 7 marzo 2008

Pineta ostia per Antonio Rachesi
"L'aria e la luce, il picchio o i merli, mi facevano compagnia ma, se vedevo un cinghiale, la mia mano si fermava, il silenzio degli alberi mi facevano compagnia."- Antonio Rachesi.

giovedì 6 marzo 2008

La tomba e la rosa


(Poesia di Victor Hugo

Traduzione per Amelia DeLuna)


La tomba diceva alla rosa:
-Dimmi che fai preziosa fiore
Lo che piange l’ alba in te?

La rosa risponde alla tomba.
-Di quanto in te si dirupa,
Fossa orrenda, cosa tu fai?

E la rosa: -Tomba oscura
Da ogni lacrima pura
Io un profumo faccio veloce!


E la tomba: -Rosa ciecca!
Da ogni anima che mi giunge
Lo faccio un angelo per Dio.

venerdì 29 febbraio 2008

Fiori di Antonio Rachesi
"Sta piovendo fiori dove sei, sta piovendo fiori nel tuo cuore".
Ednita Nazario (Cantante portoricana. Canzone: "Está lloviendo flores")

mercoledì 27 febbraio 2008

Nave nel fiume di Antonio Rachesi
"Un addio si dice con il cuore aperto, non con gli occhi in lacrime. A casa ritornerò".
Amelia DeLuna

martedì 26 febbraio 2008

Mi manchi

(Originale: Te extraño
Traduzione per Antonio Rachesi)


Se potessi scrivere una carta nel cielo,
Lo farei, ma non senza te,
Lacrime potrei se questo mi aiuterà
Con una carezza sulle mie gote, una ferita fresca.

Tu mi manchi tanto
Le parole non possono spiegare quanto,
Grido il tuo nome qui ti cerco e grido di là,
Sento la necessità che tu giunga a me.

La tua ombra mi segue
In ricordo del momento in che io ti ho amato,
Muoio per sentire il tuo cuore
Vieni a me, ascolta la mia voce!!!
Mare nostrum di Antonio Rachesi
"When you hear an ocean breeze, you're hearing God's breathing."
Amelia DeLuna

venerdì 22 febbraio 2008

Serenata alla luna

(Originale: Moonlight sonata
Traduzione per Antonio Rachesi)


La musica mi prende la mano
Lentamente ballo nel cielo
I miei piedi seguono le note del piano
Ogni nota che suona mi elevo.


Le stelle illuminano il mio vestito
Bianco come la luna la pianista
Con le sue note dolci, mi seduce
E il mondo dove sto lo perdo di vista.


Prendo il mio vuolo
Come un sogno di Beethoven
Che delle mie orecchie mi ha donato
La sonata della luna.


La mia musica...
Finalmente posso ascoltare
La musica con te.

mercoledì 20 febbraio 2008

La rosa rossa nel cielo blu di Antonio Rachesi
"What's in a name? That which we call a rose by any other name would smell as sweet."

martedì 19 febbraio 2008

La rosa bianca

Nelle mie mani si riposa
Una bella rosa bianca
La guardo per essere bella
L' ammiro ogni ora che passa.



Acarezzo un fragile petalo
Seduta nella spiaggia basso la piena luna
Stringendo nelle mie dite suo spinato stelo
Volevo avere più, però bella solo una.



Una semplice rosa ho
Semplicemente una fiore
In una notte di spiaggia la porto
Uguale alla luna è suo colore.



Strappo delicatamente ogni petalo
Poniendola nella mia mano
Da suo spinoso stelo si spoglia
Ogni dolore che ho ricordato.



La rosa balla,
Il mio regalo alla luna sarà
Sento un batito nel mio cuore
Perche il mio regalo una poesia mi darà.

lunedì 18 febbraio 2008

Benvenuti




Ciao! Un saluto di cuore a tutti al mio blog! Prima volta che apro una in Blogspot per questo quasi non so di che parlerò. Su di me: Mi chiamo Amelia DeLuna, ho 20 anni e sono poetessa. Sono di Porto Rico, strano lo so che Io scriva un blog in Italiano già che non è la mia lingua madre. Sono così, quando faccio una cosa che non sono buona non mi importa per nulla lo che la gente dicono.


I miei hobby sono leggere, scrivere, collezionare pitture, cantare ed andare alla spiaggia sola.




Sono una ragazza dolce e molto sensibile, chi no? gli artisti sono così. Non mi piace che la gente siano crudele con me nemmeno con la gente che io amo. Quando si parla d' amicizia Io sono l' aiutatrice.



In questo blog sarà di due cose che mi piace: arte e poesia. Io nel arte e poesia e mentre che un buon amico mio artista si centra nel arte. Lui è Antonio Rachesi: Gran pittore ed amico.



Tutto lo che guardo, le scrivo una poesia, già sia del cielo o di una pittura che guardo e trovo una storia e lo scrivo poeticamente.



Sia benvenuto (a)!

Un bacio

Amelia